Aldo Di Gennaro

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Aldo Di Gennaro (Milano, 20 aprile 1938) è un fumettista e illustratore italiano.[1][2][3][4][5][6]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Quando ha ancora quattordici anni inizia a lavorare in uno studio per il quale realizza cartelloni per l'allestimento di sale cinematografiche maturando così un proprio stile fino frequentando anche i corsi serali dell'Accademia di belle arti di Brera; nel 1956 inizia a collaborare con lo studio di Rinaldo Dami dove lavora in particolare con Sergio Tuis e Renzo Calegari realizzando serie a fumetti commissionate dalla Fleetway.[1]

Nel 1961 inizia a collaborare anche con il Corriere dei piccoli per il quale realizza inizialmente illustrazioni per la riduzione del romanzo Viaggio al centro della Terra di Jules Verne e, nel 1962, una prima storia a fumetti, “Il treno del sole”, scritta da Renée Reggiani, seguite da molte altre come Il piccolo cow-boy, Piccole donne, Fortebraccio e molte storie autoconclusive.[1][6] Negli anni settanta, realizza, su testi di Mino Milani, la serie Il Maestro che verrà pubblicata dal 1974 al 1976.[1][7] Dopo qualche altra serie a fumetti pubblicate su per CorrierBoy, decide di interrompere la sua attività di fumettista per dedicarsi a tempo pieno all'illustrazione collaborando con La Domenica del Corriere e altre riviste oltre a dedicarsi alla realizzazione di copertine per collane di narrativa della Rizzoli e del Club degli Editor.[1][6][8]

Negli anni novanta inizia una lunga collaborazione con la Sergio Bonelli Editore per la quale realizza nel 1997 una serie di illustrazioni per la Collana Almanacchi dedicata ai vari personaggi della casa editrice come Tex, Zagor e Martin Mystére;[8][1] nel 2008 illustra la nuova edizione del romanzo “Il massacro di Goldena”, scritto da Gianluigi Bonelli nel 1956 e, dal 2012, realizza le copertina della collana a fumetti Le storie; realizza nel 2011 una breve storia a fumetti con il personaggio di Dylan Dog, “Luci della ribalta”.[1]

È sposato e ha un figlio.[9]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Aldo Di Gennaro - L'avventura e la luce: mostra presso il museo WOW Spazio Fumetto (2018).[4]
  • Aldo Di Gennaro - L'avventura e la luce (2018): volume biografico pubblicato da ComicOut e scritto da Laura Scarpa.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g Aldo Di Gennaro, su guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 4 luglio 2019.
  2. ^ Come Doctor Who, prima di Martin Mystère: "Il Maestro" di Milani e Di Gennaro, su Fumettologica, 6 aprile 2017. URL consultato il 4 luglio 2019.
  3. ^ a b L'arte di Aldo Di Gennaro in mostra!, su sergiobonelli.it. URL consultato il 4 luglio 2019.
  4. ^ a b c Aldo Di Gennaro: l'avventura e la luce, su sergiobonelli.it. URL consultato il 4 luglio 2019.
  5. ^ (EN) Aldo Di Gennaro, su lambiek.net. URL consultato il 4 luglio 2019.
  6. ^ a b c FFF - Aldo DI GENNARO, su lfb.it. URL consultato il 4 luglio 2019.
  7. ^ a b c d e Luca Boschi, Aldo Di Gennaro. Il maestro, il disegno e l'avventura, Il Sole 24 Ore. Archiviato il 16 marzo 2014 in Internet Archive.
  8. ^ a b COMICON Shop Archiviato il 9 luglio 2013 in Internet Archive.
  9. ^ dalla rubrica Foto di famiglia, in Tex N.230
  10. ^ per aver operato a lungo in campo fumettistico e soprattutto illustrativo, suggestionando e inducendo all'emulazione colleghi più giovani, e dando prova in entrambi i settori della maestria constatabile nell'attuale esposizione presso la 28ª mostra del fumetto di Reggio Emilia
  11. ^ Albo d'oro dei premi sul sito dell'ANAFI, su amicidelfumetto.it. URL consultato il 15 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2012).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV., Profili. Aldo Di Gennaro. Linee di fuga, Glamour International Production.
  • AA.VV., Aldo Di Gennaro – Il Maestro, il disegno e l'avventura, Napoli, Comicon, 2011. ISBN 88-88869-28-X

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN50284772 · ISNI (EN0000 0000 1673 7702 · SBN RAVV224811 · LCCN (ENno2003018072 · GND (DE128633565 · WorldCat Identities (ENlccn-no2003018072